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Perchè Roma si Chiama così?

Le origini del nome ROMA sono alquanto dibattute. La tesi al momento piú accreditata è che la città prenda il suo nome dalla parola “Ruma” un vocabolo che non ha origine latina o greca, non avrebbe etimologia indoeuropea e tutti sanno che l’unica lingua non indoeuropea della zona era l’etrusco.

Probabilmente quindi di derivazione etrusco, dal misterioso popolo le cui origini sono dibattute almeno quanto quelle di Roma.  Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che a fondare l’Urbe fu un certo Rhomis, signore dei Latini che sconfisse gli Etruschi. Altri invece, riconducono la posa della prima pietra proprio agli Etruschi appunta “RUMA” .

Da qui il termine sarebbe poi passato al latino arcaico, originando il toponimo Ruma (poi diventato Roma) e i! prenome Rume (in latino Romus), da cui il gentilizio etrusco Rumel(e)na, divenuto Romilius in latino. Ribaltando quanto si e sempre creduto basandosi sulla leggenda di Romolo e Remo, quindi, in questo caso sarebbe stato Romolo a prendere nome dalla città e non viceversa.

Ma cosa significa la parola ruma? Almeno su questo gli antichi sono concordi: vuol dire mammella. A confermarlo è ancora una volta Plutarco, che sempre nella Vita di Remolo, ci dice che “sulle rive dell’insenatura sorgeva un fico selvatico che i Romani chiamavano “Ruminalis” come pensa la maggioranza degli studiosi, dal nome di Romolo, oppure perché il bestiame era solito ritirarsi a ruminare sotto la sua ombra di mezzogiorno, o meglio ancora perche i bambini vi furono allattati; e gli antichi Latini chiamavano ruma la mammella: ancora oggi chiamano Rumìlia una dea che viene invocata durante l’allattamento dei bambini.

Questa ricostruzione sarà ripresa anche da altri, legando la scelta del luogo a qualcosa non di eroico ma di materno, per quanto sui generis: la “lupa” con le mammelle gonfie che allatta i gemelli Romolo e Remo poteva facilmente essere un modo allegorico per indicare in realtà una prostituta. Non a caso, il luogo in cui si esercitava il meretricio era detto “lupanare”, e ancora nel Medioevo la lupa era considerata un simbolo della lussuria: basti pensare a Dante e alle tre fiere che incontra sulla soglia dell’inferno, una delle quali, guarda caso, è proprio una lupa.

Un’altra probabile origine del nome Roma potrebbe risalire all’antico nome del Tevere Rūmōn, quindi rōmānus avrebbe significato «fluviale» (la Porta Rōmŭla della cinta muraria primitiva si trova in corrispondenza della Porta Flumentana della cinta serviana).

Di diversa interpretazione greca è quella dell’ origine del nome Roma. I greci, padroni prima di Roma del mediterraneo, non esitavano a proclamarsi “padri” fondatori della città. Per loro il nome deriva dalla parola greca “RHOME” che vuol dire “forza“.

Fondazione di Roma

Secondo la più nota versione della leggenda, la città venne fondata da Romolo in un preciso momento storico: il 21 aprile 753 a.C. E forse esistono prove archeologiche in grado di confermarlo. Il celebre archeologo Andrea Carandini ha riportato alla luce, sul vicino Palatino, un’antica cinta muraria che risale al 730 a.C. e che potrebbe essere parte del muro che Romolo eresse a protezione della “Roma quadrata”, il nucleo arcaico della città vera e propria.

Nelle profondità del colle è inoltre riemerso il Lupercale, la grotta dove la Lupa allattò Romolo e Remo. A ciò si aggiunge la scoperta, avvenuta nel 2005 di un grande palazzo “a capanna” nell’arca del tempio di Vesta, che potrebbe coincidere con il palazzo dei primi re. Il muro, l’antica residenza reale e il primo tempio di Vesta, tutti databili alla seconda metà dell ‘Vili secolo a.C, fanno evidentemente parte di un unico complesso architettonico coerente. Inoltre, sotto quello che un tempo veniva considerato l’unico pavimento del Foro, da sempre datato al VII sec. a.C, ne è stato rinvenuto un altro più antico di un secolo. All’epoca esisteva quindi una città strutturata, con architetture religiose c civili di grande importanza.

Sempre nei pressi del colle Palatino e stato ritrovato anche il corredo funebre di una bambina uccisa e poi sepolta. La tazza che ne faceva parte è stata datata tra il 775 e il 750 a.C., che ancora una volta appare “una data incredibilmente simile alla data di fondazione di Roma.

È molto interessante il racconto della fondazione di Roma, che ci si presenta in numerose varianti ma che potremmo riassumere nelle sue parti fondamentali in questo modo. Enea deve andarsene da Troia presa dal nemico con il padre Anchise e il figlio Ascanio. Giunse sulle coste del vecchio Lazio dove incontra il Re Latino che gli dona in sposa la figlia, Lavinia. In onore di sua moglie fonda una città, Lavinio, oggi nel luogo chiamato Pratica di Mare. Molti anni dopo, il figlio Ascanio fonda la città di Alba Longa, su cui regneranno i successori per vari secoli.

Ad un certo punto, nell’ottavo secolo, il legittimo Re Numitore viene cacciato dal trono dal fratello Amulio, che intendeva regnare al suo posto. Per cautelarsi, costringe la figlia di Numitore, Rea Silvia, a divenire una vestale, in modo che la verginità necessaria per questo ruolo avrebbe impedito alla donna di partorire eredi al trono.

Però si mette in mezzo il dio Marte che feconda la fanciulla che partorisce due gemelli, Romolo e Remo. Amulio non fu molto contento dell’evento che ordina la soppressione dei neonati. Chi doveva farlo però non ebbe il coraggio e abbandonò una cesta nel Tevere. La cesta navigò e si arenò su una insenatura presso il Velabro. Lì i gemelli furono trovati da una lupa che, obbedendo all’istinto materno, li allattò. Furono poi trovati dal pastore Faustolo che li portò nella sua capanna e li allevò con la moglie, Acca Larentia.

I due gemelli crescono sani e forti e venuti a conoscenza della loro origine regale ritornano ad Alba Longa dove combattono contro l’usurpatore Amulio che sconfiggono, mettendo poi sul trono il nonno Numitore. A questo punto, volendo fondare una città ottengono il permesso di tornare dove erano cresciuti per fondarne una.

Ma chi doveva essere il fondatore? Di regola il più anziano, ma erano gemelli. Allora Romolo va sul colle Palatino e Remo sull’Aventino. Chi avesse visto più uccelli sarebbe stato il fondatore, interpretando questo fatto come il segno del favore degli dei. Romolo vinse e si accinse a tracciare il solco sacro che avrebbe circoscritto le mura della città. Nella fossa di fondazione, il mundus, ogni popolo che avrebbe fatto parte della città gettò un pugno di terra, per significare come da tante genti se ne formava una.

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