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Ponte Sublicio Vecchio la Storia e i Resti

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Ponte Sublicio . Pons Sublicius“, è stato il primo ponte costruito sul fiume Tevere. Viene realizzato interamente in legno (sublica è l’asse di legno nella lingua degli antichi Volsci), in modo da poter essere smontato rapidamente e impedire un facile accesso a eventuali invasori.  In questo modo le cautele militari si sposano con i precetti religiosi, altrettanto categorici nel proibire l’uso del ferro e del bronzo, perfino per i chiodi, quando si tratta di gettare un ponte.

Proprio queste cautele vengono confermare nel 507 aC quando quando il re etrusco Porsenna attacca Roma . Racconta la tradizione che mentre il soldato romano Orazio Coclite teneva testa eroicamente ai nemici che irrompevano dalla sponda destra di Trastevere, grida ai suoi compagni di smontare le tavole del ponte dietro di lui, votandolo al sacrificio.

Il ponte viene realizzato al tempo di Tullio Ostillio (.. – 641 a.c.) e terminato da Anco Marzio, (675 a.c. – 616 a.c.). Il Sublicius fu costruito a valle della isola Tiberina quasi in corrispondenza del colle Aventino, in quanto era passaggio obbligato in epoca protostorica per i commerci nord-sud. Attualmente non esiste alcuna traccia ma, secondo il Carandini il ponte, doveva essere ubicato in corrispondenza di Via del Porto accostato al complesso di San Michele ed il porto di Ripa Grande.

L’attuale Ponte Sublicio (chiamato anche ponte Aventino o ponte Marmoreo) collega piazza dell’ Emporio con Porta Portese. Fu inaugurato il 21 aprile 1919 su progetto dell’architetto Marcello Piacentini. Quello attuale si trova più a valle rispetto all’antico “Pons Sublicius”.

Il ponte venne distrutto, insieme agli altri, dalla violenta piena del Tevere nel 23 a.C.. Le fondazioni superstiti degli antichi ponti crollati furono demolite in gran parte da Sisto IV nel 1484 ed infine totalmente eliminate nel 1877 dagli ingegneri del nuovo Regno d’Italia, come parte di un programma di prevenzione proprio contro i danni provocati dai ricorrenti straripamenti del Tevere, progetto fortemente promosso dal deputato Giuseppe Garibaldi, che portò alla regimentazione dell’alveo fluviale con la costruzione dei muraglioni che cambiarono definitivamente l’immagine e l’ambiente storico e monumentale dell’Urbe.

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foto ante 1877, si vedono ancora affiorare nel Tevere i resti di Ponte Sublicio
La necessità di costruire un nuovo ponte, in muratura ben solida, da affiancare a ponte Sublicio, inadatto al passaggio dei carri e del materiale pesante proveniente dalle cave di tufo di Monteverde, si fece sentire in tutta la sua entità nel secondo secolo aC., in seguito ad una violenta inondazione del Tevere, che come ci racconta Tito Livio, fu cosi devastante che distrusse i due ponti costruiti in legno.
Fu dunque dato incarico a Emilio Lepido la costruzione del nuovo ponte che fu completato dopo una quarantina di anni. Tra le testimoniane antiche si ha notizia di un restauro da parte di Augusto quando era pontefice massimo; e da questo ponte fu gettato nel fiume il corpo di Eliogabalo dalla folla inferocita perché la Cloaca Massima si era ostruita. Poi nel 110 dC. fu restaurato dal comune dietro iniziativa dei senatori e assunse il titolo di ponte Senatorio.
Il “ponts Aemilius“, per la sua posizione obligua rispetto all’asse della corrente ha subito danni dalle violente piene del Tevere per ben 4 volte prima delle inevitabili riparazioni.
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ponte-sublicio moderno che si trova tra Porta Portese e Piazza dell’ Emporio
Nel Medioevo il ponte Emilio fu chiamato ponte di Santa Maria, perché sorgeva proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria Egiziaca, ottenuta dalla trasformazione del tempio romano della fortuna virile. Dopo altre distruzioni nel 1400 subì una tale danno che costrinse il papa ad un enorme spesa per la sua ristrutturazione, ma si pensa che i lavori non furono fatti bene tanto, che dopo qualche anno, ci fu un’altro intervento sui piloni e sugli archi. (i lavori di ricostruzione furono affidati per poco tempo a Michelangelo.) appena ristrutturato il ponte non resse che per pochi anni alla furia del tevere finche’ nel 1557 un rigonfiamento del fiume e non lo fece crollare.
Poi in prossimità del giubileo papa Gregorio XIII, nel 1573, ordinò la sua ricostruzione che avvenne nel 1575 in tempo per l’anno santo. Ma la sua ricostruzione durò poco e nel 1598 una piena disastrosa ( simile al diluvio universale) ne distrusse una metà e si decise di non ricostruirlo piu. Pertanto il glorioso ponte Emilio o Senatorio rimase distrutto e da quel momento assunse il nome di ponte Rotto.
E rotto rimase fino a metà del 1850 quando si decise di renderlo transitabile con la sponda sinistra applicandogli una pensilina in ferro su cui i romani tornarono a passare. Ma tale soluzione duro’ fino alla costruzione del ponte Palatino che, a causa forse di un errore di calcolo, costrinse l’abbattimento di due delle tre arcate superstiti che ne impedivano la costruzione. (anno 1887) Cosi dell’antico e sfortunato ponte romano non rimane che una sola arcata come un’isolotto di travertino al centro del tevere decorato di erbacce e ciuffi di capperi selvatici.

 

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